La ripartizione
morfologica del territorio di Sanluri in due distinte aree __ una pianeggiante, di
formazione quaternaria, ad Ovest dellabitato; laltra, collinare, di formazione
miocenica, ad Est __ trova una ideale rispondenza nellanaloga limitazione areale
degli insediamenti prenuragici e nuragici, come emerge dallo stato attuale delle ricerche
archeologiche.
Le testimonianze delletà prenuragica sono limitate
esclusivamente alla fascia pianeggiante occidentale assai fertile e predisposta ad
accogliere i vari gruppi di popolazioni a vocazione agro pastorale che potevano avvalersi
anche dei saltuari proventi della caccia e della pesca, questultima effettuata nel
grande stagno di Sabazzus "su staini" (oggi bonificato) un tempo assai molto
ricco di pesca. Diversamente i resti nuragici sono sparsi ovunque nel territorio ma con
particolare intensità nella zona nord-orientale, caratterizzata dal paesaggio a basse
colline della Marmilla, habitat adatto alle comunità pastorali e alle popolazioni
pressate da esigenze difensive, quando i borghi cominciarono ad organizzarsi attorno ad un
sistema difensivo imperniato sul castello. Sino ad oggi nel territorio di Sanluri non sono
emerse tracce antropiche risalenti al Neolitico. La ragione di tutto ciò va cercata nello
stato ancora carente della ricerca archeologica. Vari documenti risalenti al Neolitico
Medio e soprattutto recente(3500-3000 a.C.), provengono, infatti dai siti dei comuni
vicini, spesso con condizioni ambientali simili ( Puisteris Mogoro, sa Mandara Samassi,
Cukkuru Ambudu Serramanna, M. Olladiri e Cresia is Cukkurus- Monastir), per cui è
presumibile che, anche allinterno del perimetro territoriale sanlurese, possano
reperirsi in futuro testimonianze di queste antiche tappe culturali. Le prime tracce umane
sinora accertate nel territorio di Sanluri, risalgono ai tempi del Calcolitico a momenti
avanzati dalluso dei primi metalli. Nellagro di Sanluri il Calcolitico è
rappresentato da tre distinte fasi culturali ben conosciute nella paletnologia sarda :
Abealzu, Monte Claro, Campaniforme.(cfr.fra gli altri G.Lillu, La civiltà de Sardi).
Fase Abealzu, Calcolitico medio ( Calcolitico Medio:2° e 3° quarto
del III Millennio a.C.). Questaspetto culturale protosardo è documentato, sia pure
sporadicamente in due località: Giliadiri , a sud di Sanluri, e Bia e Collanas a
sud ovest. In entrambi i siti è stata messa allo scoperto una sacca scavata profondamente
nel suolo e ricolma di rifiuti tipici della frequentazione umana: ceneri, frammenti di
vasellame e vari resti di pasto. In ambedue le sacche sono stati recuperati pochi cocci
inornati, a impasti bruni e grigi e alcune schegge di ossidiana.
La fase Monte Claro (Calcolitico Tardo; ultimo del III inizio II
Millennio a.C. è documentata nelle località di: Corti Beccia, Corti de Crà, Cukkuru
Poddinis, Padru Jossu e Porcilis. Nei primi due siti esistono i resti di altrettanti
villaggi; nei restanti siti sono state individuate due aree funerarie che non devono
essere lontane dai rispettivi agglomerati urbani. Pertanto nel territorio di Sanluri
esistevano almeno quattro agglomerati capannicoli della fase Monte Claro.
Altri due villaggi dello stesso momento erano situati ai margini del
territorio sanlurese. Il primo in agro del comune di Villamar, era ubicato nei pressi del
nuraghe Faurras ( già segnalato dal Lilliu) nelle vicinanze del nuraghe sono stati
rinvenuti dei fittili ornati con motivi plastici a cordoni, tipici del Bronzo Medio,
(1400.1300 a.C.circa). Le tracce del secondo agglomerato si notano nei pressi di su Staini
(stagnetto) nella località Argiddas su Nuraxi di Samassi. Nella stessa località
esistono i resti di una torre nuragica (profondamente interrata nel banco argilloso
secondo una tecnica di costruzione arcaica) e di un villaggio protrattosi dal Bronzo Medio
Alletà del ferro persistito poi sino al periodo punico e romano.
Fase Campaniforme: La fase Campaniforme è documentata in due
località: Bidde Cresia e Padru Jossu. Nel primo sito, qualche decina di metri a
nord della necropoli punica e romana, sono stati rinvenuti evidenti indizi di una
sepoltura collettiva. Queste tracce consistono in ossa appartenenti a diversi individui e
in una placchetta frammentaria in basalto, di forma rettangolare a lati lunghi concavi
provvista di due fori prossimali al lato corto. La placchetta e identificabile come un
"Brassard" (salvapolso per arciere) riferibile al Campaniforme B (o
finale)oppure alla fase successiva di Bonnannaro del Bronzo Antico.
A Padru Jossu le genti contraddistinte dalluso del
"bicchiere a campana" (beacher) hanno riadoperato lipogeo scavato e
utilizzato durante la fase M.Claro, lasciando le testimonianze più numerose e
scientificamente tra le più rilevanti nellambito dei contesti Campaniformi della
Sardegna ed extrainsulari. Queste indagini sugli elementi antropologici e sulla paleofauna
offrono nuovi apporti per la conoscenza dei tipi umani e delleconomia delle genti
che facevano uso di strumenti quali il "beaker" "il brassard" e le
collane in vaghi e pendenti di conchiglie, non solo in Sardegna ma in gran
dellEuropa Centro-Occidentale.