I risultati
dellintensa attività di ricerca, attuata dal Gruppo Archeologico Giovanile di
Sanluri nel territorio di Sanluri, sono senzaltro da ritenersi utilissimi, sia per
poter documentare ulteriormente la penetrazione Punica in Sardegna, sia per verificare ed
ampliare le nostre conoscenze circa lassetto territoriale punico nellisola,
con particolare riferimento al Campidano di Cagliari.
Ecco come di quei risultati ha dato notizia larcheologa Sanlurese
M.Cristina Paderi nella sua relazione presentata alla Soprintendenza Archeologica di
Cagliari.
" Le Prospezioni archeologiche condotte dal Gruppo Archeologico
Giovanile di Sanluri, anche se estese per ora solo ad una parte del territorio del Comune
Hanno portato Allindividuazione di numerose località in cui sono riconoscibili le
tracce di abitati e di necropoli di età Punica.
In nessun caso sono stati rinvenuti materiali anteriori al IV sec.
A.C., ma questo dato è relativo in quanto lindagine sistematica del territorio è
ancora da portare a termine. Fondamentali per una migliore conoscenza degli insediamenti
punici nel territorio di Sanluri, sono stati gli scavi compiuti dalla soprintendenza
archeologica di Cagliari. Si tratta di interventi straordinari effettuati tra
lottobre del 1979 e il dicembre 1981 con la direzione scientifica del dott. G. Ugas
e con la collaborazione del Gruppo Archeologico di Sanluri.
Le località in cui sono state individuate tracce di frequentazione
punica sono 20, distribuite il tutto il territorio Comunale. Gli abitati individuati con
la semplice indagine di superficie sono i seguenti: Bia Collanas, Brunke Cresia,
Brunku Predi Poddi, Corti Beccia, Corti sa Perda, Masu Serci (o sa Mitzixedda), Pauli
Murtas, Sa Ruina e Stuppoi. In nessun caso sono stati individuati in superficie tracce di
costruzioni. La raccolta dei frammenti situa questi insediamenti tra il IV e il III sec.
a.C. In alcuni casi lindagine di superficie è stata arricchita di elementi ricavati
dagli interventi di recupero operati dalla Soprintendenza. E il caso della località
Fundabi de Andria Peis, Padru Jossu e Uraxi Mannu, da cui proviene materiale
esclusivamente frammentario del IV e III sec. a.C., associato a materiali
dimportazione a vernice nera. Gli abitati sono in genere molto estesi ( fanno
eccezione quelli di Corti Beccia, Fundabi de Andria Peis e Padru Jossu) si sovrappongono a
centri di età nuragica e continuano ad esistere anche in età romana.
In quasi tutti i casi è stato possibile individuare oltre ai siti
degli abitati, anche quelli delle relative necropoli, tutte a inumazione. Purtroppo in
tutte queste località hanno agito scavatori clandestini che anno causato danni abbastanza
gravi. Le Necropoli individuate con lindagine di superficie sono cinque:
(1) Brunku de sa Battalla; completamente devastata da scavi clandestini
compiuti non di recente. Le tombe violate sono almeno 150. Si tratta per lo più di
sepolture a " Enchitrymos", ma esistevano anche quelle a fossa profonda con
copertura a lastroni. La necropoli fu poi utilizzata nelletà repubblicana. I
frammenti raccolti sono collocabili tra il IV e il II sec. a.C. sono presenti anche
frammenti di ceramiche dimportazione.
(2) Mare Idda: anche qui numerose buche testimoniano
lattività degli scavatori clandestini. Le sepolture, a fossa non molto profonda,
erano in alcuni casi coperte da lastroni. Tutto il materiale si può collocare tra il IV e
il III sec. a.C. La necropoli è pertinente allabitato di Sa Ruina Stuppoi.
(3) Brunke Mesu: tracce di sepoltura in anfore e a fossa
rivestita di lastroni. La che è situata presso un abitato nuragico, fu utilizzata anche
in età romana repubblicana. Tutto il materiale si può collocare tra il III e il II sec.
a.C.
(4) S. Caterina: necropoli completamente devastata da clandestini ed è
stato impossibile stabilire la tipologia delle tombe. Il cocciame raccolto si può
collocare tra il IV e il III sec. a.C. Labitato relativo è da situare probabilmente
nella vicina località di Cukkuru de Casu Moiau.
(5) Su Pauli: a causa della natura del terreno è molto difficile
individuare le sepolture. Solo una, scavata da clandestini, è evidente: si tratta di un
tomba a cassone da cui sono stati raccolti frammenti databili IV e III sec. a.C.
Labitato cui la necropoli è pertinente è nella località: Corti Sa Perda. Nella
località Giliadiri, da tre tombe scavate da clandestini sono stati recuperati frammenti
el IV e III sec. a.C. Si tratta verosimilmente della necropoli relativa al vasto abitato
di Fundabi Andria Peis e Padru Jossu.
Nella necropoli di Corti Beccia, le sepolture puniche erano due: una a
"enchitrismos" e una a inumazione; si tratta di tombe tarde, presso altre tombe
ormai di età romana repubblicana. Labitato cui le tombe sono pertinenti si trova
nella località di Corti Beccia.
Queste brevi ma significative notizie dimostrano chiaramente come, in
epoca punica e, più precisamente, fra il IV e il III sec. a.C. il territorio attorno a
Sanluri non solo si trovava sotto il dominio di Cartagine, ma era anche abbastanza
densamente popolato da gente punica o almeno profondamente punicizzata. Si notano infatti,
entro un raggio di appena 6 Km, ben undici abitati, sette dei quali sono state individuate
anche le necropoli. Il Numero degli abitati punici in territorio di Sanluri salgono a
dodici se aggiungiamo alla lista quello de Is Argiddas oggi in territorio i Samassi, ma
ubicato nelle immediate vicinanze del confine i Sanluri.
Si ritiene che molti di questi centri abitati fossero piccoli e in
certi casi anche piccolissimi, costituiti da semplici cascinali simili agli attuali medaus
isolati o raggruppati per dare alloggio ad una o più famiglie di agricoltori i quali
evidentemente secondo i sani principi delleconomia punica, vivevano nelle stesse
campagne che coltivavano. Nel territorio di Sanluri abbiamo dunque un nuovo esempio della
colonizzazione capillare punica in Sardegna. Colonizzazione che fu determinante per il
sorgere della civiltà Sardo Punica, frutto della graduale integrazione fra i coloni di
stirpe o cultura semitica e gli indigeni Protosardi rimasti nelle zone occupate dai
cartaginesi e quindi in condizione di confrontare quotidianamente la propria civiltà con
quella fenicio-punica.
Purtroppo nella ricostruzione dellassetto territoriale non è
stato possibile indicare il luogo dove doveva essere stanziata la guarnigione punica,
incaricata di tutelare sul posto i coloni civili semitici e che certo non che certo non
poteva mancare, forse arroccata in una posizione fortificata più o meno grande. Mentre
infatti il forte di Furtei S. Biagio, posto sulla riva sinistra del Flumini Mannu,
non sembra potesse assolvere tale compito nella zona di Sanluri, perché ubicato in luogo
periferico e nella sponda opposta del Fiume ma per ora nessunaltra fortificazione
punica è stata individuata sul posto.
Tuttavia per concludere, osservando la significativa disposizione topografica delle
necropoli e degli abitati già scoperti, posti sui due lati della strada 131, sembrano
gravitare tutti attorno al sito dove sorge lattuale Sanluri, perciò si ritiene
plausibile lipotesi, che lodierna Sanluri, possa esser sorta sullarea di
un abitato antico più grosso ed importante degli altri. Perciò questo centro può aver
assolto nei confronti del territorio circostante gli stessi compiti che la fortezza di
Monte Sirai assolveva nei confronti del retroterra sulcitano: tutela militare e raccordo
logistico amministrativo fra i piccoli centri abitati agricoli del territorio e la città
costiera cui faceva capo leconomia del circondario; in questo caso non poteva essere
che lantica Karalis.