Le stesse ragioni che
contribuirono alla frequentazione umana del territorio di Sanluri nei tempi precedenti,
favorirono anche il popolamento in età romana. Il territorio infatti, quasi tutto
pianeggiante e particolarmente adatto alla coltivazione di cereali, rappresentava una
fonte di approvvigionamento di grano non indifferente per lo sfruttamento economico della
Sardegna in epoca ROMANA. I numerosi insediamenti nelle campagne intorno a Sanluri ( e
probabilmente anche dellodierno centro abitato) dovevano essere messi in
comunicazione tra loro da un complesso sistema viario sino alletà Punica. A tutto
questo si aggiunge in età romana la grande arteria A Kalaribus Turrem, che
collegava lantica Kalaris (Cagliari) con Turris Libisonis (Porto Torres). Il
tracciato infatti, ricalcato grosso modo dallodierna Carlo Felice (131) e che a sua
volta utilizzava forse un tracciato più antico, toccava sicuramente Acquae
Neapolitanae (Sardara) e poi Monastir, (come è testimoniato da un miliario
CIL.X.8010; è molto improbabile che la strada collegasse le due località senza
attraversa in qualche punto il vastissimo territori di Sanluri.
Lindagine di prospezione, benché non ancora estesa a tutto il
territorio, ma confortata in tre casi dai dati di scavo, ha reso possibile
lindividuazione di 18 abitati del periodo romano. Questi centri per la maggior parte
si sovrappongono ad insediamenti più antichi ( al Punico. al Romano e in alcuni casi
anche al preromano. (Bia Collanas, Brunke Cresia, Brunku Predi Podda, Corti
Beccia, Corti sa Perda, Cuccuru de Casu Moiau, Fundabi de Andria Peis, Padru Jossu, Geni,
Masoni de Baccas, Masu Serci o sa Mitzixedda, Pauli Murtas, Prediara, Sa Ruina, Stuppoi,
Uraxi Mannu. A questi si aggiunge labitato di Argiddas oggi in territorio di
Samassi, ma al confine di Sanluri. In alcuni casi i luoghi utilizzati nelle età
precedenti vengono abbandonati in età repubblicana ( Brunke Cresia, pauli
Murtas) favorendo così la nascita di altri siti (Riu sa Figu, S.Maria).Gli
abitati sono caratterizzati in superficie dalla presenza di frammenti di vasellame di uso
comune e sono generalmente poco estesi.
Quasi sempre si tratta delle stesse necropoli utilizzate in età Punica
(Bidde Cresia, Corti Beccia, Brunke Mesu, Brunke sa Battalla,
Mare Idda, S.Catarina,) che in alcuni casi vengono abbandonate, come i relativi
abitati in età repubblicana, (Brunke Mesu, Brunke sa Battalla). Altre
sorgono presso i nuovi abitati ( Geni, Sassuni, Strovina) ; altre infine occupano una
zona separata dalla necropoli Punica (Cukkuru de S. Rita, sa funtana de su Conti).
Tre necropoli sono state oggetto di scavo straordinario: Corti Beccia,
dove sono state messe in luce tre tombe a inumazione in fossa di età repubblicana,
Giliadiri, dove si trovava una sepoltura ad inumazione con copertura di frammenti di
anfora, Bidde Cresia, in cui nel corso di uno scavo regolare sono state scavate 76
tombe di età romana.
IL quadro generale che emerge da queste ricerche, mostra numerosi
centri, distribuiti in tutto il territorio, senza che per il momento possa essere
individuato un centro più grande a cui gli altri facessero capo. Lunico tratto di
strada romana ancora visibile è nella località Geni.
Almeno un centro abitato doveva esistere dove oggi sorge lattuale paese, lo prova
una delle due epigrafi che provengono dal territorio di Sanluri. La prima è
uniscrizione dedicatoria rinvenuta per caso nel 1868 nellantico cimitero
presso lattuale parrocchiale
IL testo dice: C(aius) IULIUS MUNICIPI L(ibertus) FELICIO VIDUO LOC
(um) AMPLIAVIT V(oti)C(ompos) L(ibens) M(erito).
Fondamentale per lesatta interpretazione delliscrizione, è
lidentificazione di VIDUS con un dio conosciuto, solo per la menzione che ne fa
Terulliano (ad nationes 215 ) ripresa poi da Cipriano (quod idola dii non
sit c 4). È certo che allinterno del territorio del Comune attuale dovettero
esistere in età tardo imperiale almeno due grossi latifondi, come è testimoniato
dallaltra epigrafe. Si tratta di un cippo terminale rinvenuto nel 1888 nella
località S.Maria, a sei Km a Sud Est di Sanluri, dove sono state rinvenute tracce di
frequentazione in età romana tarda e, a poca distanza una necropoli romana di età basso
imperiale.
Il testo delliscrizione è il seguente:
INTER MALTAMONENS CENS(ori?) SE
CUNDINI V(iri)C(larissimi)F(eminae)IN TEMPORE
LIMITES EBULSI SUNT ET QUIA IN
TERI-ERANT P-OSTITI DE NUO.
Oggi il cippo si trova al Museo Nazionale di Cagliari ed è pressochè
illeggibile. Si tratta comunque di un cippo che allude ai confini tra due popolazioni, i
MALTAMONENS e i SEMELITENSES, legati ai latifondi di personaggi altolocati. In questo e in
altri abitati romani la vita continuò anche in epoca BIZANTINA e alto MEDIOEVO. I
toponimi S:Andria, S.Maria, S.Michele = (MIALI, in Bizantino) S.Elena, richiamano santi
del menologio greco. Le prime tre località prendono
il nome dalle cappelle rurali sorte probabilmente in epoca Bizantina in zone già popolate
nei periodi precedenti; la quarta distrutta __ sorgeva nellarea del centro abitato e
(a pochi anni fa risale la distruzione del BACILE " SU LACCU DE SANTALENI,
unenorme masso cavo a forma di Lucerna) Gli stessi culti ancora vivi della Madonna
delle Grazie cui è titolata la Parrocchiale, e della Madonna dItria la cui
confraternita risale al 1342 sono di origine Bizantina. In epoca MEDIOEVALE le ville
disseminate nelle campagne di Sanluri erano 28, alcune delle quali già citate come
località archeologica. Ma a queste va aggiunta la villa di SIARU nei pressi della
località S. Michele nella frazione di Sanluri Stato, che scomparve nel XIV secolo.
NOTA Nel 1178 nella villa di Siaru, __ poi inglobata nella
curatoria di Gippi, __ i Cavalieri Ospedalieri di Altopascio (LUCCA) fondarono un
lazzaretto ed una piccola chiesa dedicata a S: Miali de Siaru. In questo lazzaretto
venivano ricoverati gli appestati dellintera zona. Ancora oggi la strada che da
Sanluri porta verso Sanluri Stato, si Chiama Bia de Siaru, probabilmente a indicare i
malati che lasciando il paese prendevano la strada per quel lazzaretto. "a pigau sa
bia de Siaru ".